venerdì 22 giugno 2012

Alla fine l'ho aperto.

Alla fine l'ho aperto. Il blog intendo. Non mio figlio di 6 mesi che ogni tanto mi esaurisce ma poi mi regala uno di quei sorrisoni che sciolgono. Così inizia questa mia nuova avventura: in una calda serata estiva, mentre mio marito mi regala quella che chiamo la mia "ora d'aria serale" portando a spasso Marmy e cane, apro il mio blog.  Racconterò della mia vita con un bimbo di 6 mesi-adorabile-pasticcino, un adorato-marito e una cagnolina-adorabile-rompiscatole ma soprattutto narrerò la ricerca di un equilibrio tra il mio essere moglie, mamma e sempre me stessa.
Un anno fa la mia vita era un po' diversa: mi dividevo tra il mio maritino sposato pochi mesi prima e un lavoro nell'ufficio comunicazione di una pubblica amministrazione. Il mio lavoro mi piaceva: certo, a volte avrei ucciso i miei colleghi e prima o poi racconterò com'è lavorare in una P.A., ma tutto sommato visto i tempi non mi lamentavo. Poi, ad aprile 2011, ho scoperto di essere incinta: così, il primo mese che abbiamo smesso di stare attenti! E' stato molto facile e pensavo di avere tutto sotto controllo; avevo già programmato tutto: a dicembre avrei partorito e ad aprile 2012 sarei tornata al lavoro. Pur non avendo esperienze dirette nell'accudimento di un neonato, sarei stata bravissima! In fondo avrei avuto 9 mesi di tempo per prepararmi, avrei letto libri, chiesto consigli, seguito il corso preparto... e poi io vedevo sempre SOS Tata, quindi avrei evitato i soliti errori! Dunque era tutto deciso e da brava maniaca dell'ordine, della precisione e del "tutto sotto controllo" già sapevo che sarebbe stata dura ma che ce l'avrei fatta perchè alla fine serve solo un po' di organizzazione, no? Poi ad aprile sarei tornata al lavoro, perchè, anche se ero precaria, mi impegnavo un sacco e non avrebbero potuto lasciarmi a casa: come avrebbero fatto in ufficio senza di me dopo 6 anni? Mia mamma avrebbe accudito il bimbo e nel giro di pochi mesi sarei diventata la moglie-mamma perfetta!

Bene. Brava. Bis.

Poi mi sono scontrata con la realtà. Che poi è quella che non ti dice nessuno. Che far nascere un figlio può essere allucinante. Che crescere un figlio a volte ti fa venir voglia di aprire la porta di casa e non tornare mai più. Che al lavoro, soprattutto in una P.A. non conta niente il tuo impegno, se alla fine non hai un santo in paradiso (o un amico nei piani alti - che poi spesso è la stessa cosa).

E così eccomi qui. A raccontare la mia vita di mamma e moglie a tempo pieno (che santi-amici io non ne ho). Alcuni giorno sono duri, altri sono migliori. A volte mi viene da piangere dal nervoso o dalla stanchezza, altre volte mi sembra di toccare il cielo con un dito, quando guardo mio figlio scoprire il mondo, imparare cose nuove, sorridermi, toccarmi con la manina. Avere un figlio ha sconvolto completamente la mia vita, a 360° in un modo che un anno fa non avrei mai pensato, ma ha anche portato immenso amore e gioia. In questo blog mi racconterò, alla ricerca di un equilibrio che non ho ancora trovato.

Ora devo andare. Mio marito è tornato, c'è il marmy da mettere a letto, la mia ora d'aria è finita... ma stasera ho fatto una cosa nuova: l'ho aperto. A presto.

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